Brucio

mercoledì, marzo 08, 2006

Sei personaggi in cerca di Jed (per dargliele)

Ieri mi sono precipitato alla prima dei "sei personaggi in cerca d'autore". Bellissima. Mi sono ripreso l'amore per l'(il)logica pirandelliana in pochi secondi. In mezzo a quel delirio di ruoli tanto caro in questi giorni a certi miserabili detrattori ho naturalmente dato libero sfogo al delirio vero e teatrale di quello che una misera realtà solo sa rincorrere nauseante. Povera.
E allora ecco che parallelo al dramma comune e separato che si compiva in scena (a proposito;che figata la quinta fila...) nella mia lesa cerebralità rinasceva scosso e fin troppo umiliato da nani impotenti il vero dramma/farsa interiore: il nuovo psicodramma femminile. I sei personaggi in cerca di Jed. C'è l'ingenua. La pura e onesta che sarà anche stronza a parte quando non la è,vittima della arsura egocentrica del
personaggio che non la può amare predestinata al boccheggio e all'esilio. Rancorosa e sobillata,caricata a salve e a spine dalla giusta. La giusta è il personaggio che orienta. La legge del posto. Dura sed lex.Quella che decide il matrimonio che si fa e quello che non s'ha da fare. Quella che perfida e meravigliosa ama lo stramarsi delle trame. Che attira e sputtana. Che vomita. Poi c'è la ragazzina. La ragazzina che accanto con la maglia del colore della poltrona vede i seimila personaggi che mi popolano e mi cercano per odiarmi e amarmi e disorientata si aggrappa alla mia musica e vorrebbe solo fermare il tempo prima che precipiti da una parte o dall'altra del mio esserci. Nel frattempo da una terrazza della domenica qualcuno sospira il dramma di una mancata artisticità,con la canna in mano credendo di chiudere gli occhi e automaticamente "sentire";basta meno per baciarsi. Agli altri.Un quinto personaggio esitò prima di starnutire,come dice la canzone. Era un mondo adulto,si sbagliava da professionisti (citazione). Ma qui qualcuno sbaglia alla cazzo di cane. Lei mi pensa ma non mi chiama,mai tornare a oggi. L'ultimo guarda la cartina e si mette sull'attenti. Generalessa di se stessa;inflessibile come una caserma di sentimenti da ordinare e scudisciare,svillanire burbe e spine senza dignità a cui io invece do' sempre troppo credito.
E poi ci sono io,più autore che personaggio. Che torno a casa e suono al buio.
Pensando che ci starebbe bene una sigaretta. Se fumassi.
Il tuo pregio,le ho detto,vale doppio.
Perchè di intellettualoidi ne ho conosciuti tanti e anche quando erano pochi erano sempre troppi. Ma tu hai una cosa che vale molto di più; il senso dell'artistico ed una cosa che vale due volte averlo; la pretesa e la voglia di mantenerlo,svilupparlo e preservarlo dalla famiglia,dal lavoro,dall'amore e altre stupidaggini della pubblicità.
Questa è una digressione naturalmente:non c'entra niente.E poi non glielo ho neanche detto.
Tornando ai personaggi,al loro dramma,al loro vivere dentro e fuori di me che li creo e li subisco c'è il loro non poter essere altro che sè. Era logico che mi sparassero. Se l'avessero fatto subito sarebbe stato un giallo. Avendolo fatto ora è solo un dramma che ognuno considera dal lato del suo prisma e rimane chiuso in una legge che il teatro insegna da anni.
E cioè che la vera finzione è la vita.
Per certa gente.