Brucio

giovedì, febbraio 23, 2006

Un velo

Un velo. Solo un velo.
Mi pesano gli occhi. Ecco,solo questo. Come se non ci fosse la mia voglia di vedere. E dire che se mi guardo pensare sono sincero. E forse troppo. Ecco,troppo sincero. Chi l'avrebbe mai detto....
E' così bello quando le cose succedono per colpa tua; non devi far altro che riconoscere che sei uno stronzo. Ma quando te la devi prendere con la tua innocenza ti girano davvero i coglioni.
Come al solito non mi sono fermato un attimo. Ed infatti non sono annegato.Ma certo,c'è questo maledetto velo di tristezza. Questa sensazione di inganno.
Ma vedo lo stesso,solo un pò più scuro.
Solita terapia;uscire. Ho fatto le quattro e alle sette e un quarto sono già qui a scrivere e a lavorare (ordine di importanza,non di quantità); perfect.
Anna se ne frega quindi me ne frego anche io. Aperitivo,concerto jazz(ato) e poi dritti in un posto dove si possono fare quattro salti liberatori;liberatori davvero. Saltello fino a sentire l'infarto accarezzarmi il cuore. Mi fermo solo un attimo per piangere da solo. Poi in autostrada giro un pò di Neil Young,lei si addormenta dopo un quarto d'ora e dopo un pò metto "Anime salve" di De Andrè. Avrei voglia di fare l'alba ma meglio andare a casa. Dovrei svenire con una certa sicurezza.
Anna si sveglia al casello.
Come che cos'ho?
Niente,solo un velo. Di tristezza.
Poi faccio l'imitazione di suo padre e ridiamo.
Mi presta il suo libro preferito e entra nel suo portone.
Io conto e canto fino a casa.
Conto i minuti ( 150...) fino alla sveglia e canto con tutto il velo ancora addosso.
So che non è per il sonno che sono stanco.