Brucio

mercoledì, marzo 29, 2006

Casa dolce casa

Mentre allungo con un po' d'olio e spezie la pasta al tonno mi rendo conto che ho una cucina bianca,una piccola casa,un soffitto,qualche "tunk" da qualche indefinito vicino,il divano,il letto,il bagno. Tutto fermo da una vita.
Mi accorgo di una specie di scenografia che mi racchiude. Una sit com di solitudine e orgoglio.
Volendola vedere col bicchiere vuoto non mi basta. Non che sia il tipo da villone con caimano in giardino. Ma forse un simpatico open space con meno muri e più legno farebbe al caso mio.
Io in qualche modo mi sento sempre dentro un film ma qua mi sembra di essere un po' troppo chiuso. A volte potrei essere negli interni di un film di Ken Loach poi metto in ordine e tutto sembra più carino. In effetti non posso trascurare che vedo il mare,che ho luce tutto il giorno e che ho vicini simpatici,comprensivi e alla mano. Non lo posso e voglio trascurare per niente. Però a volte le insoddisfazioni non conoscono la giustizia e nemmeno l'affettività.
Sì perchè a questa casa le voglio bene.
Mi ha fatto crescere.
Vabbè in questo ha fallito ma mi ha visto innamorato,deluso,solo,felice. Mi ha visto suonare ogni giorno,scalare le scale,buttare i vestiti nel corridoio.
Ma ieri sarà stata la tristezza tipica del tonno nella pasta ma io avrei voluto vivere in Spagna;non so perchè ma avrei voluto ricominciare da un'altra parte. Vizi dell'immaginazione di uno che ha troppo. Buon lavoro,casa indipendente,amici,donne,famiglia ancora in forma,musica e contatti ovunque. Niente,avrei voluto essere solo,fuori da una casa gialla con l'entrata ad arco che dà su una strada impolverata di rosso spagnolo ai lati con un sole rosa a ovest. Misteri dell'ora legale.
In cui tutto si allunga compresa l'immaginazione.
Voglia di polvere negli occhi.