Brucio

mercoledì, luglio 05, 2006

uscire dalle assurdità dell'Italia

Ci deve essere un perchè. Ma ci manca un Freud nazionale. Uno psicologo delle masse.
Non sapremo mai forse l'attorcigliamento psicologico nazionale.
Siamo un paese meraviglioso in finale di coppa del mondo. Capaci di qualsiasi impresa.
Ora i giocatori hanno dimostrato che hanno palle e tecnica. Vagli a chiedere che bisogno avevano di scommettere,di doparsi,di permettere posizioni dominanti e telefonate.
Stiamo cercando di uscire da una situazione fangosa in cui il sotterfugio era la condizione normale. In Borsa,in economia,in politica,in tv. Ovunque il potere in Italia è stato millantare potere. Esibire potere. Fare intendere un potere oltre il ruolo ricoperto.
Poi se effettivamente tutto era comprato,tutto corrotto,tutto falsato da parmalat a cirio, da vallette a calciatori, da Previti a Fazio non si sa. Quello che si sa che in ognuno di questi campi non ce n'era bisogno. Persone straricche e stracompetenti hanno fatto carte false per raggiungere posizioni dominanti ingestibili e senza senso che non avevano bisogno di raggiungere. Travolti da una psicologia nazionale dietrologa e ipocrita.
Non coprivano mancanze di denaro,di furbizia,di risultati o di bravura.
No,è stato il vizio di una ventina di anni che speriamo non tornino mai più.
Il vizio del potere inventato. Il vizio di creare un sistema dove nascondersi,un giro di amici degli amici che protegga da poteri forti creando poteri forti. Che invece immancabilmente sono nati e scoppiati come bolle di sapone punti da un sistema democratico comunque inserito in Europa. Poteri deboli altrochè.
Le richieste di retrocessioni varie sono equilibrate. Le condivido. Ma diciamocelo è quell'italia che va retrocessa. Non ci sono vere e proprie compravendite di partite. Ci sono tentativi di furbate ,di telefonate. Arbitri che vogliono essere amici di Moggi perchè magari poi se sei suo amico vai ai mondiali,Moggi che vogliono controllare gli arbitri perchè il Milan ha le tv,Milan che vuole frenare Moggi se no controlla tutto lui. Tutto un giro in realtà inconcludente di favori e di millanterie ( che secondo me a quei livelli va ovviamente strapunito) secondo me non tanto per la creazione di un sistema ma per l'adeguamento ad un sistema che è stata in questi anni l'Italia del dopo tangentopoli. E l'Italia di Berlusconi. La solita Italia che dopo essere stata più realista del re e più papale del Papa ha voluto cercare di essere più Berluscona di Berlusconi stesso. Berlusconi in questo senso è innocente.
Un sistema che ognuno riconosce già dalla sua scuola o dal suo ufficio. Tutti che cercano di far intendere che ci sono modi di andare avanti che non si possono dire. E di cui non c'è bisogno. Eppure il capo ufficio si sente obbligato a favorire la figlia di perchè poi....quando invece non c'è bisogno,non c'è motivo.
Eppure la segretaria si sente obbligata a fare la smorfiosa quando (normalmente) poi in fondo non ce n'è bisogno.
Eppure c'è l'impiegata che è amica dell'Assessore e va avanti. Tutti protetti da un sistema invisibile che riteniamo inevitabile,una rete in cui in realtà ognuno di noi soffoca. Per primi l'Assessore,la segretaria,il capoufficio,la figlia di.
Per scoprire che invece siamo bravi davvero,ingegnosi,capaci del sacrificio e della dedizione. Che non ne avremmo bisogno delle nostre mafiette fragili e dannose.
Vedi Zambrotta,Cannavaro,Buffon e ti chiedi "ma cosa ti mancava per vincere onestamente a te e a chi ti gestiva?" . La risposta è niente. Coglioni,non vi mancava niente. E ora invece siete quasi campioni del mondo e in serie C.
Speriamo che il calcio che è uno dei pochi linguaggi universali del nostro popolo ci insegni questo stavolta: non ce n'era bisogno. Possiamo giocarci apertamente tutto. Non abbiamo bisogno di chiuderci in sistemi che non esistono se non su larga scala (non sto mica negando che la mafia esista).
Penso alle liberalizzazioni di Bersani,penso a Zapatero che ha insegnato all'Europa che una cosa che si pensa può essere realizzata;le cose si possono fare. Gli italiani le possono fare. Proprio quelle che pensavi che in Italia non si sarebbero potute fare mai.