Brucio

giovedì, giugno 22, 2006

Amarcord

C'è stato un tempo che mi affezionavo troppo.
Mi affezionavo alla giacca che indossavo,alle scarpe.
Avevo la necessità di avere un gruppo intorno. E avevo la necessità di sentirlo mio. Di esserne al centro. O comunque non escluso.
Avevo bisogno di essere ascoltato ma non è che avessi troppo da dire. E in fondo quello che riuscivo a stringere erano testi che andavano giusto bene per essere un po' cantati.
Mi ricordo che a volte la finestra era più interessante della televisione.
Giorni che cercavo di iniziare una storia da ricordare quando sarei diventato famoso con la chitarra.
Altre sere le ho passate leggendo. A volte molto. A volte non riuscivo più ad andare avanti e il libro rimaneva a metà.
La mattina non mi sono quasi mai svegliato a ore indecenti. Anche quando andavo a letto all'alba, Direi che per le dieci sono quasi sempre sveglio.
Negli anni sto apprezzando la possibilità di dormicchiare il pomeriggio.
Le cose importanti fino a quattordici anni suonati sono state il calcio e la bicicletta.
Ma sognavo una certa Adriana.
Cosa sognassi di fare però non mi è mica ancora chiaro adesso.
Le auto di mio padre sono una piccola storia;fiat 500,fiat 127,alfetta,alfasud,alfa 33,golf (rubata),golf(rubata),audi e y10,audi e polo,audi e yaris. In mezzo un autobianchi "ereditata" e una panda ma non ricordo dove.
Una portinaia che ancora si ricorda di me.
Ci sono ancora le portinaie?
La figlia della portinaia è ancora venuta al matrimonio di mia sorella.
"E tu non ti sposi?". Ha detto.
"No,oggi no".
Sua figlia si chiama come mia sorella.
Da quando ci siamo trasferiti sono un po' cambiato.
Pensavo che non mi sarei mai più spostato di qui.
Ma ora non so.