Brucio

martedì, gennaio 31, 2006

Effetti collaterali

Scusate se riposto ma questo articolo che ho letto sul corriere della sera web ma mi ha illuminato sul perchè fanno certe leggi. Ridete con me (le dichiarazioni sono vere,la parentesi sono mie):

ROMA—Il tabù spinello lo ha infranto il leader, Gianfranco Fini. Adesso tutta An e dintorni tenta di farci i conti. C’è chi ammette i «tentativi ». Italo Bocchino, vicepresidente deputati di An ne ricorda due. E accusa: «Chi, della nostra generazione, dice di non aver provato mente. E’ come se i nostri padri avessero detto non sono mai stato in una casa d’appuntamento». Racconta: «La prima volta avevo vent’anni ero a Palinuro, e una sera con degli amici. Per curiosità, per capire, ho accettato». Com’è andata? Ride: «Malissimo. Mal di stomaco. Un ricordo orripilante (Mal di stomaco?)». Due anni dopo, a Perugia, con altri studenti fuori-sede, il secondo tentativo. «Eravamo in quattro, ancora solo maschi (!?). Stavamo cenando, ridevamo e uno di noi si è acceso una canna e ce l’ha passata. Ci ho riprovato,ma è stata un’esperienza pessima». Nino Strano, deputato di An, loda la «grande libertà» di Fini. «Tutti abbiamo provato. La prima ero ad Aci Castello uscivo dalla discoteca. Mi dette un senso di giramento di testa e stetti talmente male che dovetti infilare la testa sotto la fontana (oh,Cristo...). Anni dopo, con un giro di amici particolare ne provai un altro tipo che non nomino per pudore — dice alludendo alla cocaina — lì per lì fu una sensazione bella. Il giorno dopo invece mi venne una tale tachicardia che pensai di rimetterci le penne».
Roberta Angelilli, deputato europeo di An, alla domanda se le è accaduto qualcosa di analogo allo spinello di Fini dice di sì e racconta: «A 14 anni, in piena età della trasgressione (ma che cazzo dice? 14 anni l'età della trasgessione????), frequentavo un gruppo di amici d’infanzia, per lo più di sinistra (ma vaffanculo,no?). E mi son detta devo fare proprio qualcosa di terribile ( farti ricoverare non era meglio?) e ho provato a fumare. Ma mi sentii male. Riprovai tutta l’estate dopodiché decisi che non era per me (coraggio...)». Interviene Marcello De Angelis, direttore di Area: «Macché erano Camel che gliel’hanno spacciate per canne». Lei ride. (ma che cazzo ride?) Dopo mezz’ora ritelefona e precisa: «Parlavo di sigarette » (Io non ho mai letto una scena tanto patetica....). Intanto De Angelis ammette: «Sono un ragazzo degli anni ’70 (!!!!??? oh cazzo anch'io...), abbiamo visto e provato un po’ tutto ( e adesso... ): mi ricordo uno scherzo che una volta feci assieme ad altri amici. Ci mettevamo sulle scale del Piper e ad ognuno che usciva dicevamo: tu ti fai le canne. E tutti, dico tutti, arrossivano» (guardate che essere di destra bisogna proprio essere portati,ma che risate si saranno fatti con sto scherzo,mah....).
Il primo spinello lo ricorda benissimo. «Ero stato rimandato a settembre ed ero rimasto a Roma a studiare. I miei erano in vacanza. Avevo una vicina di casa molto appariscente e anche lei era sola a casa. Andai da lei e lei tirò fuori un’erba. Non so cosa fosse. Ma certo non basilico. Si mise a fumare e io non potevo evitare. Ho fumato anch’io e mi sono addormentato. (ma che bella figura di merda....)E’ stata l’ultimavolta che l’ho vista (eh già,perchè magari speravi ancora che ti cagasse lo stesso...ma dai...)». Erminia Mazzoni, responsabile giustizia Udc, racconta la sua esperienza goliardica: «Ero in gita scolastica con i miei compagni di liceo. Era in un momento di partecipazione in cui era difficile sottrarsi. C’era una questione di appartenenza, di spirito di corpo. Non ebbi conseguenze particolari. Ma non lo rifeci. Perché le esperienze si apprezzano per la possibilità di fare poi scelte più convinte. E infatti ne capii l’inutilità». «Tentativi » anche in Forza Italia.
Gaetano Pecorella: «Debbo confessare che ho provato, come chiunque abbia fatto il ’68. C’erano le assemblee. La voglia di libertà. Non mi fece un granché. Rimasi deluso. Allora era un gioco per stare in compagnia. Oggi il primo passo verso la dipendenza (coglione)». E Paolo Guzzanti: «A fine anni ’70 ho tirato una cosa (???!!). A casa di amici di quelli che ti prendono in giro se non provi (guarda che ti prendevano in giro sempre...). Non avevo nessuna remora. Ho provato. Mi ha fatto schifo. Intontisce. Dà il mal di testa e ti senti ciondoloni». Lasciano solo Fini, come era accaduto in precedenti «outing», i suoi colonnelli. Ignazio La Russa è netto. «Mai. Non digerisco i peperoni figurati la droga (certo che se pensava di metterla nella pasta... ). Non è per falso moralismo ma è per un’impostazione culturale che fortunatamente ho passato anche a mio figlio».
Un secco «no» anche da Francesco Storace: «Mai subito il fascino. Nè di spinelli nè di altro. Ho solo il vizio di un grappino ». Maurizio Gasparri ci tiene a sottolineare: «Sono sempre stato in contesti in cui nessuno ne ha fatto uso». Anche se concede: «se sono singoli episodi, come lo sono stati quelli di Fini e di Casini non è un problema» (Già peccato che da oggi se ti beccano a fare una cosa del genere ce l'hai nello stoppino). Guido Paglia, dirigente Rai in quota An, ne fa una questione di «scelte di fondo»: «E’ una cosa su cui non transigo». Viviana Beccalossi di responsabilità: «Non sono mai stata attirata, ma qualora ne avessi fatto uso mi sarei ben guardata dal dirlo. Non per ipocrisia ma perché noi persone pubbliche possiamo influenzare (guarda se la gente pensasse che una come te fuma smetterebbe)». Marcello Veneziani di «trasgressione alle trasgressioni imposte»( Vaffanculo).
Anche Isabella Rauti, figlia dello storico leader del Msi e moglie del ministro Gianni Alemanno, rivendica il suo no. «Non mi interessa se Fini se l’è fatta in Giamaica o a Vetralla. Sono cose personali. Ma non mi va nemmeno che adesso sembra una diminutio dire che non hai mai fumato marjuana». Paolo Francia non condivide la confessione di Fini: «E’ come l’altra volta (???). Perché dirlo? (eh già,il vicepresidente del consiglio deve chiedere il permesso a te...)Nessuno gliel’aveva chiesto». Non «fumatori » anche Pietrangelo Buttafuoco, Luigi Bobbio, Enzo Fragalà e Giuseppe Consolo. Un «no» per paura quello di Daniela Santanchè (poteva mancare?): «Ho il terrore delle reazioni chimiche, non prendo nemmeno l’aspirina». Flavia Perina, direttore del Secolo d’Italia, mai uno spinello per «spirito di contraddizione».